FIUGGI – E’ il giorno di Eusebio Di Francesco, neo allenatore del Frosinone. La location è la sala conferenze dell’Hotel Atlantic Park di Fiuggi, sede del ritiro dei giallazzurri fino al prossimo 24 giugno. Con il tecnico pescarese ci sono il direttore dell’Area Tecnica Guido Angelozzi e il presidente Maurizio Stirpe.
L’apertura della conferenza è del patron: “Ho poche cose da aggiungere rispetto a quanto ho detto già nella conferenza stampa (il 16 giugno, ndr) e nelle interviste successive. Siamo contenti che Di Francesco sia qui con noi a darci a mano nello sviluppo del nostro progetto. Credo che sia il tecnico con principi di base più funzionale ai concetti che vogliamo sviluppare e che abbiamo avviato nel recente passato. Naturalmente è evidente che, come ho avuto modo di dire, la serie A per noi è un ostacolo importante da superare. Cercheremo di fare tesoro delle esperienze che in passato si sono concluse in un modo sfortunato ma rimane un traguardo che non equivale ad una promozione dalla serie B ma è molto di più. Noi ce la metteremo tutta, l’impegno mio e del direttore sarà massimo ma è chiaro che abbiamo dei paletti da rispettare e dai quali non derogheremo. Non potremo mai farci prendere la mano dall’ansia del risultato e delle prestazioni. Lo ribadisco ancora, è importante il risultato ma lo è ancora di più il modo con il quale si raggiunge. In un modo professionistico che sta diventando sempre più selettivo nel tempo, le Società non possono arrivare alla fine dei campionati letteralmente esanimi. Per cui noi vogliamo crescere in un modo sano e sostenibile e nell’ambito di questa modalità, senza lesinare nulla, vogliamo mettere a disposizione di Eusebio il meglio possibile per il progetto dell’allenatore. Sulla parte prettamente tecnica Angelozzi è molto più attrezzato di me per rispondere. Un in ‘bocca al lupo’ ai ragazzi che ci sono già e a quelli che verranno”.
E’ la volta del brevissimo intervento iniziale del direttore Angelozzi: “Volevo fare inizialmente un saluto a Fabio Grosso, se siamo qui lo dobbiamo anche lui. E allo stesso tempo do il nostro benvenuto al mister Eusebio Di Francesco. Noi ci conosciamo da tempo: è stato mio giocatore a Perugia e poi siamo stati insieme al Sassuolo. E’ uno da Champions League, è venuto a darmi una mano in una impresa impossibile. Ma se saremo tutti compatti, possiamo combattere contro tutti”.
Tocca a mister Di Francesco, innegabilmente la guest star del giorno. I riflettori e la sala stampa piena sono per lui: “E’ un piacere essere qui, ringrazio la Società, ringrazio il presidente Stirpe e il direttore Angelozzi per questa grande opportunità, collaborare per centrare questa grande impresa. Ritengo che tutto diventi possibile se ragioniamo con il ‘noi’, è importante essere collaborativi nel progetto. Per me sarà importantissimo il mio staff, sarà la mia estensione e mi aiuterà a superare gli ostacoli, i momenti buoni e meno buoni che ci saranno all’interno di una stagione. Saranno la mia forza. Un messaggio che voglio trasmettere ai miei calciatori: noi, tutti, tenendoci per mano potremo fare tante belle cose. Serviranno coraggio e sorriso, ‘in primis’ da parte mia. E poi serviranno valori umani. Ho fatto questa scelta perché il direttore e il presidente mi hanno voluto, in primo luogo, ma anche perché credo che nel calcio a volte si perdono di vista quei valori che possono fare la differenza. E io sono convinto invece di ritrovarli qui al Frosinone”.
Mister, perché viene di solito ritenuto impossibile per una matricola il mantenimento della categoria?
“Io credo che a volte quello sia un modo per stimolare tutti, sapendo che sarà un anno difficile. Ma allo stesso tempo credo che nulla sia impossibile, con una determinata mentalità. Quello che posso assicurare è che questa squadra se la giocherà con tutti col massimo dell’impegno. E’ mio dovere, è dovere di tutti. Ci toglieremo tante soddisfazioni. Oggi stiamo ricostruendo una squadra, è vero, dobbiamo trasformarla. Tanti elementi che lo scorso anno hanno ottenuto la promozione oggi non ci sono, compreso Fabio Grosso”.
Lei saprà benissimo che il Frosinone ha avuto altre due avventure in A che non sono andate bene. Ritiene di dover presentare già in avvio di stagione una squadra pronta ad una partenza lanciata, basandosi sull’agonismo e l’entusiasmo, o più ponderata?
“Faremo una preparazione per cercare di dare un ottimo stato di forma alla squadra. La problematica è quella di avere una squadra più pronta possibile alla partenza. Io mi affido tanto al mio direttore. Noi al di là di quelli che abbiamo e che avremo, li alleneremo sempre al top. Perché ci saranno degli impegni da sostenere ma soprattutto per il rispetto di tutti. Allo stesso tempo sarà fondamentale un’ottima preparazione e organizzazione. Senza non sio va nessuna parte”.
Interviene il direttore Angelozzi: “La squadra dello scorso anno non c’è più, non dobbiamo continuare a parlare dello scorso anno pur se meraviglioso, che rimarrà nella storia e nel quale si sono incastrate tutte le componenti. Adesso ripartiamo da zero e dobbiamo capirlo tutti. Il Presidente lo ha ribadito: vogliamo strutturare un calcio sostenibile, cercare far divertire e se ci riusciremo, tentare di centrare la salvezza. La squadra nuova? La dobbiamo costruire. Io spero di riuscirci in meno tempo possibile. E poi La serie B è un conto, la serie A è un altro. Ma sono convinto che al 30 di agosto avremo la squadra pronta”.
Prima che riprendano le domande per Di Francesco, si unisce il presidente Stirpe: “Vi ricordo che questo tipo di percorso non può derogare da tre princìpi: pazienza, fiducia e competenza. Lo scorso anno partimmo con lo stesso scetticismo di oggi, non avevamo una squadra costruita in partenza. E piano siamo riusciti attraverso quei tre principi ad arrivare ad arrivare ad avere un organico che ha fatto quello che ha fatto. Noi dobbiamo ripetere quel tipo di percorso. Senza farsi prendersi dall’ansia. Se domattina si vuole tutta la squadra fatta, siamo fuori strada. Se la gente pensa che qualche campione venga a Frosinone per chissà quale diritto divino, non ci siamo. E comunque io sono la garanzia che faremo bene. Non possiamo prescindere dal percorso che dobbiamo fare, chi ci vuole seguire lo farà e che non intende sceglierà un’altra strada. Il nostro calcio deve essere sostenibile dal punto di vista economico-finanziario e sempre più spersonalizzato dalla sorte dell’azionista, servono la valorizzazione del brand e la crescita delle infrastrutture oltre alla crescita del settore giovanile. Questa è la squadra che io propongo. E non la cambio. Senza queste componenti, la Società rischia di non avere più le basi solide che ne hanno caratterizzato il percorso degli ultimi 20 anni”.
Si torna su Di Francesco, le domande sono per lui.
Prendiamo spunto da due frasi dette finora: il Presidente in settimana ha detto che il Frosinone ha bisogno di ripartire e devi farlo anche tu, Angelozzi ha detto che sei da Champions. Sei il primo allenatore del Frosinone in serie A con una storia importante alle spalle. Che tipo di ripartenza è questa? Dopo quella semifinale di Champions con la Roma cosa è successo?
“Ho già parlato fin troppo delle mie colpe, a volte me ne sono date più di quante non ne avessi. Per me questo sarà una sorta di anno zero. Vorrei rilanciare il titolo di un libro: Lasciare il passato nel passato. Come ho detto prima, avevo perso il sorriso. Che debbo ritrovare con tutti voi qui a Frosinone. Ma non dobbiamo avere fretta. Credo nel lavoro e nel campo, con il mio staff, i giocatori e tutto l’ambiente. Ho fatto due allenamenti appena e mi sento di poter dire che qui è bellissimo. Già stare in campo per me è motivo di orgoglio. Ricordo anni fa, il Frosinone lo condannammo alla retrocessione quando eravamo al Sassuolo. Noi andammo in Europa League ma ricordo gli applausi di quella gente ai giocatori del Frosinone. Ecco, credo nei valori e in un certo calcio: mi auguro di ritrovarli qui”.
Il 4-3-3 è il suo modulo, quella sera in Champions contro il Barcellona ha scritto la storia con il 3-5-2…
“I sistemi di gioco sono dei numeri. Non feci il 3-5-2, andammo in campo con un 3-4-1-2. Ma non è detto che non si possa riproporre. Partiremo però con il 4-3-3. Oggi contano i princìpi, l’occupazione degli spazi. Ecco, quello sarà il leit motiv della nostra preparazione. E’ chiaro che poi arriveranno altri giocatori, dovremo fare degli adattamenti, ci vorrà un po’ di tempo ka sono tranquillo e sereno di poter dare a questa squadra ciò che serve per affrontare una stagione così difficile. E poi cercheremo di vincere la nostra Champions League”.
Era questa di Frosinone l’occasione che stava aspettando?
“Ho scelto le persone. Gli uomini, la Società. Che credono nei miei stessi valori. Io a Guido in precedenza non ho mai fatto una telefonata. Appena mi ha chiamato, gli ho detto di venirmi a trovare a casa, ci siamo dati un appuntamento e non abbiamo dovuto dire nulla di più. Oggi siamo qui”.
Si inizia subito con Napoli e Atalanta. Ma la prima cosa che viene in mente è che per lei qui a Frosinone c’è un ballo una sfida meravigliosa e bruciare tre anni di amarezze.
“Non sono stati 3 anni ma 30 partite, alla fine. Ma l esperienze precedenti non le voglio analizzare. Non è Eusebio che deve prendersi una rivincita. Noi siamo il Frosinone. E questo credo che sia il posto giusto per tutti noi. Proveremo a dare filo da torcere a tutti”.
Quali caratteristiche dovranno essere preponderanti? E in questa squadra che ruolo possono avere elementi giovani come i nuovi arrivati?
“Sono contento di avere i giovani, ovviamente abbinati a gente esperta. Non ho assolutamente paura di metterli in campo se valgono. Ma il difetto più grande degli italiani è quello di essere frettolosi. Bisogna dare la possibilità ai giovani di sbagliare. Questo mi ha insegnato il calcio. I giovani vanno aspettati, sono le prime parole che dicono gli allenatori dei settori giovanili. E allora dategli mezzo voto in più. Alla fine tutti leggono i giornali e i social anche se dicono di non farci caso”.
C’è tanta curiosità attorno a Kvernadze. Quanto tempo ci vorrà per farlo diventare un calciatore all’altezza del campionato di serie A?
“Posso portarle dei paragoni? Quando si viene dall’estero ci vuole un po’ di tempo in più. Poi bisogna conoscere le caratteristiche del ragazzo. Non l’ho ancora allenato e ma piano piano posso dire che lo miglioreremo”.
Ci presenta il suo staff?
“Pierluigi Iervese è il mio vice, Massimo Neri è il preparatore atletico e il ‘vecchio’ del gruppo, Stefano Romano è uno dei collaboratori che si occuperà della parte video, Giancarlo Marini ex giocatore della Lazio è un altro collaboratore tecnico (“mio padre è di Frosinone e voleva vedermi con questa maglia”), Catello Senatore è il preparatore dei portieri, Nicola Caccia è un collaboratore-fratello (ex calciatore cresciuto nell’Empoli con Di Francesco), Gianluca Capogna è il preparatore atletico che era già qui, Michele Saccuccci si occuperà del recupero degli infortunati. Ma vi dico che gli staff sono tutti importanti, come lo staff sanitario e i magazzinieri. Tutti portano punti”.
Al direttore Angelozzi chiedo: che tipologia di giovani prenderemo?
“Dove penso potrà esserci un’occasione per il Frosinone. Kvernadze è un ragazzo promettente che bisognerà aspettare. Cuni lo avevamo seguito, ha fatto bene lo scorso anno. Per noi sono delle scommesse che dobbiamo fare in maniera obbligata. Per ovvi motivi. Quando eravamo al Sassuolo, a mister Di Francesco portammo giocatori di serie C, parlo di Politano, Sensi che giocava al San Marino, Lirola, Pellegrini che giocava con la Primavera della Roma e tanti altri. Sono diventati tutti i giocatori che conosciamo. Una mia sintesi? Serve pazienza. E poi bisogna guardare avanti. Si inizia un altro percorso. Lo scorso anno cambiammo 20 giocatori. Però era un campionato più facile, la seriie A è un altro sport. Brescianini? Era ambito da tanti club. Ora c’è una trattativa col Sassuolo per la quale ci sono in ballo Turati, Harroui e Marchizza. Vedremo la prossima settimana. E poi chi viene a Frosinone deve farlo con decisione”.
Interviene con un flash il tecnico: “Al Direttore chiedo sempre: sanno di venire a soffrire? Vengono con la mentalità giusta? E’ la prima cosa, non mi interessano le qualità”.
Al presidente Stirpe: come sta andando la campagna abbonamenti?
“Per la proposta che abbiamo fatto quest’anno che è competitiva rispetto a quella dell’ultima stagione di A, mi riterrò soddisfatto se supereremo 12.000 abbonamenti. A 11.900 non lo sarò”.
Ci può dare indicazioni sui giocatori della passata stagione che sono in rosa?
“Alcuni giocatori li sto valutando. Sono rimasto sorpreso dalla mentalità di quei giocatori che fanno parte del gruppo dello scorso campionato”.
Riprende Angelozzi, sui movimenti di mercato in uscita: “Insigne al 99% andrà al Palermo. Voleva un contratto più lungo. C’era una opportunità e l’ha colta al volo. Per quanto riguarda Ricci, è tornato, ci siamo parlati, ha una opportunità di andare in B con un contratto lungo e gli ho detto di andare tranquillo”.
Mister, lei ha detto due volte di voler ritrovare il sorriso qui a Frosinone e poi ha parlato della soddisfazione di scoprire nuovi talenti e di lavorare per la salvezza.
“Credo possano andare di pari passo: scoprire i talenti e raggiungere l’obiettivo. Attraverso la crescita generale”.
Direttore Angelozzi, la trattativa con Turati come procede?
“Turati è qui con noi, stiamo aspettando l’autorizzazione ad allenarsi. Ci sono delle incombenze da definire ma abbiamo parlato col Sassuolo”.
Mister Di Francesco, quando lei passò dal Sassuolo alla Roma disse: il modulo è corto è libero. Quali saranno le caratteristiche del suo Frosinone? E poi le chiedo: cosa ha fatto in questi due anni?
“Ho visto i nipoti, sono diventato nonno 3 volte e mi sono stati di aiuto. E poi mi sono aggiornato, cercando di rinnovare la mia cultura calcistica. Il calcio va avanti. Il concetto di ‘libero’ è sempre attuale, non dobbiamo aver paura di essere liberi, di avere coraggio. Calcio ‘libero’ perché a mio parere i ragazzi si debbono divertire, dobbiamo dare leggerezza. Dobbiamo togliere ai ragazzi tante responsabilità e prendercele noi”.
Cosa vuole promettere ai tifosi?
“Serietà, impegno, passione e grande umiltà. Questo mi sento di promettere. E’ cambiato il calcio ma noi dobbiamo essere felici di stare tra le gente, tra i nostri tifosi. Il nostro calcio deve essere una gioia, è l’insegnamento principale per i ragazzi. Vi dico solo una cosa: a Natale mi arrivavano 2.000 messaggi, ora un centinaio. Ma fa parte del corso della vita, comunque”.
Chiude con una frase il presidente Stirpe: “Lo scorso anno parlai una volta alla squadra, ad inizio stagione, e dissi: vi dovete divertire e ci dovete far divertire. Si sono divertiti e ci hanno fatto divertire. Ecco, ripeteremo le stesse cose”.
Fonte: Ufficio Stampa Frosinone Calcio