CASSINO – Ci siamo, partita a livello organizzativo la nuova stagione agonistica della società cara ai presidenti Andrea Longo e Dino Pagano. Coach Fabio Nardone sarà ancora alla guida tecnica della squadra SENIOR iscritta al campionato di Serie C UNICA regionale; il roster da mettere a disposizione del tecnico fondano comincia a prendere la giusta conformazione, si riparte con giocatori di categoria facendo leva anche sui giovani del vivaio cassinate. Primo ad essere confermato il play Filippo Pignatelli, classe 2002, cresciuto in questa società, con lui abbiamo fatto una chiacchierata e di seguito le sue considerazioni:
Filippo, da sempre con il basket cassino, raccontaci come hai iniziato a giocare a basket?
L’idea di cominciare a giocare a basket nasce grazie a mio padre, da sempre appassionato, che decise di iscrivermi quando avevo 5 anni. Da lì sono passato per le giovanili fino ad arrivare in prima squadra. Un percorso di 16 anni con questa società durante il quale ho avuto la fortuna di confrontarmi con persone che hanno arricchito il mio bagaglio d’esperienze e hanno reso questo ambiente unico e competente, capace di trasmettere valori come l’unione, la passione e la famiglia che sono stati importanti per la mia crescita personale.
Cosa rappresenta per te il basket?
Da sempre per me il basket è stato formazione, istruzione e crescita. Uno sport capace di trascendere la semplice attività sportiva e arrivare a rappresentare qualcosa di superiore, tanto da poterlo usare come guida nella vita di tutti i giorni. Ti prepara ad affrontare qualunque sfida migliorandoti giorno dopo giorno, sotto tutti i punti di vista. È questo il vero valore aggiunto del basket.
Quanto è importante la tua famiglia con tuo padre che ti segue in ogni trasferta?
Quello della famiglia è il valore più bello ed importante che i miei genitori sono riusciti a trasmettermi. La loro presenza è costante nella mia vita e sono grato per il supporto che mi danno quotidianamente in ogni cosa che decido di fare. Sono il motivo principale di tutto ciò che ho fatto di buono fino ad ora nella mia vita. Mia madre e mia sorella sono sempre presenti sugli spalti nelle partite che disputiamo in casa mentre mio padre, essendo un dirigente accompagnatore, segue la squadra anche in trasferta ma in realtà partecipa ad ogni uscita piuttosto in veste di genitore e tifoso. Il suo piacere ed il suo impegno nel seguirmi assiduamente è motivo di orgoglio per me oltre a rappresentare un grande supporto emotivo su cui poter sempre contare.
Quanto è stato importante crescere nelle giovanili del basket Cassino?
Sono in questa Grande società da 16 anni e prima di arrivare in prima squadra ho preso parte a tutto l’iter, partendo quindi dal minibasket per poi continuare nelle giovanili. Penso che siano gli anni della formazione, anni fondamentali in cui ci si diverte, si migliora e soprattutto comincia a maturare dentro di te quel senso di appartenenza a questa maglia che rappresenta un punto di forza da poter sfruttare in futuro.
So cosa significa essere un bambino che guarda con meraviglia i ragazzi più grandi quindi i miei compagni ed io abbiamo il dovere di rappresentare un buon esempio, come persone e come professionisti, per tutti i giovani che fanno parte del vivaio per spingerli a dare il massimo in modo da trasmettere in loro il desiderio di prendere un giorno il nostro posto.
Ora sei grande, due stagioni da protagonista con coach Nardone, con una vittoria del campionato di c silver ed uno in c gold, cosa ti aspetti dalla prossima stagione sportiva?
L’anno scorso, con la vittoria del campionato, siamo riusciti a coronare un sogno che personalmente vale doppio, avendo avuto la possibilità di farlo nella città in cui sono cresciuto e nella società che mi ha formato come giocatore davanti a tutte quelle persone che in questi anni ci hanno sempre seguito dimostrandoci il loro affetto. Un anno indimenticabile che porterò per sempre con me. L’ultima stagione sportiva, invece, a causa di una serie di episodi, sicuramente non è andata come volevamo ma sapremo usarla come stimolo per riscattarci l’anno prossimo. Abbiamo tutti la voglia di dimostrare il nostro valore e siamo pronti a lottare insieme per raggiungere un obbiettivo comune.
Filippo da grande cosa vuoi fare?
Sono uno studente al secondo anno di Medicina e chirurgia all’università di Tor vergata quindi il mio principale obiettivo è quello di laurearmi per poi fare la specialistica e diventare un medico…sperando di poter rimanere in qualche modo sempre legato all’ambiente della pallacanestro.
A chi ti ispiri come punto di riferimento?
Sono davvero tanti i giocatori che prendo come modelli ma l’aspetto su cui mi concentro di più è cercare di dare sempre il massimo in ogni circostanza e di essere il più professionale possibile anche per rispetto nei confronti della società che rappresentiamo.
Max Marzilli