Categoria: Calcio Serie A

CALCIO/SERIE A – Il Frosinone non sfigura contro i campioni d’Italia: Frosinone – Napoli 1-3. Il tabellino

FROSINONE – Il Frosinone perde (1-3) la sfida d’esordio con il Napoli ma nel complesso non sfigura al cospetto dei campioni d’Italia. La squadra di Garcia avanti 2-1 dopo 45’. Giallazzurri spumeggianti e in vantaggio su rigore realizzato al 6’ da Harroui dopo un fallo di Cajuste su Baez. Poi il Napoli impatta con Politano al 24’ e raddoppia con Osimhen al 41’. In mezzo, un gol annullato a Raspadori per fuorigioco di Cajuste e una rasoiata di Baez che sfiora il nuovo vantaggio giallazzurro. Nella ripresa Frosinone sfortunato, accarezza il pari ma la punizione telecomandata di un ottimo Baez dai 25 metri si stampa sull’incrocio dei pali. E a 12’ dal 90’ è Osimhen a chiudere i giochi.

FROSINONE (4-3-3): Turati; Oyono, Monterisi, Romagnoli, Marchizza; Gelli, Mazzitelli (30’ st Brescianini), Harroui (40’ st Barrenechea); Baez (30’ Canotto), Cuni (21’ st Borrelli), Caso (21’ st Kvernadze).

A disposizione: Cerofolini, Palmisani, Pahic, Haoudi, Garritano, Szyminski, Bidaoui, Macej.

Allenatore: Di Francesco.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera (31’ st Mario Rui); Cajuste (1’ st Anguissa), Lobotka (46’ st Ostigard), Zielinski; Politano (31’ st Elmas), Osimhen (35’ st Simeone), Raspadori.

A disposizione: Contini, Gollini, Natan, Lozano, Zerbin, Zedadka, Russo, Zanoli.

Allenatore: Garcia.

Arbitro: signor Matteo Marcenaro di Genova; assistenti sigg. Dario Cecconi di Empoli e Filippo Bercigli di Valdarno (Firenze); Quarto Uomo signor Federico La Penna di Roma 1; Var signor Aleandro Di Paolo di Avezzano (AQ), Avar signor Marco Serra di Torino.

Marcatori: 6’ pt Harroui (F), 24’ pt Politano (N), 41’ pt e 33’ st Osimhen (N).

Note: spettatori totali: 15.822 (abbonati: 10.676); Spettatori paganti: 5.146 (di cui 1.297 ospiti); totale incasso compreso rateo abbonamenti: 449.893,90; angoli: 6-4 per il Napoli; ammoniti: 12’ pt Oyono (F), 13’ pt Lobotka (N), 27’ pt Cajuste (N), 39’ pt Olivera (N), 48’ pt Mazzitelli (F), 37’ st Gelli (F), 41’ st Garcia (all. N); recuperi: 4’ pt; 5’ st; prima della gara osservato 1’ di raccoglimento alla memoria del tecnico Carlo Mazzone, scomparso nel pomeriggio.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

FROSINONE CALCIO – Eusebio Di Francesco si presenta: «Il mio calcio ‘libero’, divertimento e leggerezza»

FIUGGI – E’ il giorno di Eusebio Di Francesco, neo allenatore del Frosinone. La location è la sala conferenze dell’Hotel Atlantic Park di Fiuggi, sede del ritiro dei giallazzurri fino al prossimo 24 giugno. Con il tecnico pescarese ci sono il direttore dell’Area Tecnica Guido Angelozzi e il presidente Maurizio Stirpe.

L’apertura della conferenza è del patron: “Ho poche cose da aggiungere rispetto a quanto ho detto già nella conferenza stampa (il 16 giugno, ndr) e nelle interviste successive. Siamo contenti che Di Francesco sia qui con noi a darci a mano nello sviluppo del nostro progetto. Credo che sia il tecnico con principi di base più funzionale ai concetti che vogliamo sviluppare e che abbiamo avviato nel recente passato. Naturalmente è evidente che, come ho avuto modo di dire, la serie A per noi è un ostacolo importante da superare. Cercheremo di fare tesoro delle esperienze che in passato si sono concluse in un modo sfortunato ma rimane un traguardo che non equivale ad una promozione dalla serie B ma è molto di più. Noi ce la metteremo tutta, l’impegno mio e del direttore sarà massimo ma è chiaro che abbiamo dei paletti da rispettare e dai quali non derogheremo. Non potremo mai farci prendere la mano dall’ansia del risultato e delle prestazioni. Lo ribadisco ancora, è importante il risultato ma lo è ancora di più il modo con il quale si raggiunge. In un modo professionistico che sta diventando sempre più selettivo nel tempo, le Società non possono arrivare alla fine dei campionati letteralmente esanimi. Per cui noi vogliamo crescere in un modo sano e sostenibile e nell’ambito di questa modalità, senza lesinare nulla, vogliamo mettere a disposizione di Eusebio il meglio possibile per il progetto dell’allenatore. Sulla parte prettamente tecnica Angelozzi è molto più attrezzato di me per rispondere. Un in ‘bocca al lupo’ ai ragazzi che ci sono già e a quelli che verranno”.

E’ la volta del brevissimo intervento iniziale del direttore Angelozzi: “Volevo fare inizialmente un saluto a Fabio Grosso, se siamo qui lo dobbiamo anche lui. E allo stesso tempo do il nostro benvenuto al mister Eusebio Di Francesco. Noi ci conosciamo da tempo: è stato mio giocatore a Perugia e poi siamo stati insieme al Sassuolo. E’ uno da Champions League, è venuto a darmi una mano in una impresa impossibile. Ma se saremo tutti compatti, possiamo combattere contro tutti”.

Tocca a mister Di Francesco, innegabilmente la guest star del giorno. I riflettori e la sala stampa piena sono per lui: “E’ un piacere essere qui, ringrazio la Società, ringrazio il presidente Stirpe e il direttore Angelozzi per questa grande opportunità, collaborare per centrare questa grande impresa. Ritengo che tutto diventi possibile se ragioniamo con il ‘noi’, è importante essere collaborativi nel progetto. Per me sarà importantissimo il mio staff, sarà la mia estensione e mi aiuterà a superare gli ostacoli, i momenti buoni e meno buoni che ci saranno all’interno di una stagione. Saranno la mia forza. Un messaggio che voglio trasmettere ai miei calciatori: noi, tutti, tenendoci per mano potremo fare tante belle cose. Serviranno coraggio e sorriso, ‘in primis’ da parte mia. E poi serviranno valori umani. Ho fatto questa scelta perché il direttore e il presidente mi hanno voluto, in primo luogo, ma anche perché credo che nel calcio a volte si perdono di vista quei valori che possono fare la differenza. E io sono convinto invece di ritrovarli qui al Frosinone”.

Mister, perché viene di solito ritenuto impossibile per una matricola il mantenimento della categoria?

“Io credo che a volte quello sia un modo per stimolare tutti, sapendo che sarà un anno difficile. Ma allo stesso tempo credo che nulla sia impossibile, con una determinata mentalità. Quello che posso assicurare è che questa squadra se la giocherà con tutti col massimo dell’impegno. E’ mio dovere, è dovere di tutti. Ci toglieremo tante soddisfazioni. Oggi stiamo ricostruendo una squadra, è vero, dobbiamo trasformarla. Tanti elementi che lo scorso anno hanno ottenuto la promozione oggi non ci sono, compreso Fabio Grosso”.

Lei saprà benissimo che il Frosinone ha avuto altre due avventure in A che non sono andate bene. Ritiene di dover presentare già in avvio di stagione una squadra pronta ad una partenza lanciata, basandosi sull’agonismo e l’entusiasmo, o più ponderata?

“Faremo una preparazione per cercare di dare un ottimo stato di forma alla squadra. La problematica è quella di avere una squadra più pronta possibile alla partenza. Io mi affido tanto al mio direttore. Noi al di là di quelli che abbiamo e che avremo, li alleneremo sempre al top. Perché ci saranno degli impegni da sostenere ma soprattutto per il rispetto di tutti. Allo stesso tempo sarà fondamentale un’ottima preparazione e organizzazione. Senza non sio va nessuna parte”.

Interviene il direttore Angelozzi: “La squadra dello scorso anno non c’è più, non dobbiamo continuare a parlare dello scorso anno pur se meraviglioso, che rimarrà nella storia e nel quale si sono incastrate tutte le componenti. Adesso ripartiamo da zero e dobbiamo capirlo tutti. Il Presidente lo ha ribadito: vogliamo strutturare un calcio sostenibile, cercare far divertire e se ci riusciremo, tentare di centrare la salvezza. La squadra nuova? La dobbiamo costruire. Io spero di riuscirci in meno tempo possibile. E poi La serie B è un conto, la serie A è un altro. Ma sono convinto che al 30 di agosto avremo la squadra pronta”.

Prima che riprendano le domande per Di Francesco, si unisce il presidente Stirpe: “Vi ricordo che questo tipo di percorso non può derogare da tre princìpi: pazienza, fiducia e competenza. Lo scorso anno partimmo con lo stesso scetticismo di oggi, non avevamo una squadra costruita in partenza. E piano siamo riusciti attraverso quei tre principi ad arrivare ad arrivare ad avere un organico che ha fatto quello che ha fatto. Noi dobbiamo ripetere quel tipo di percorso. Senza farsi prendersi dall’ansia. Se domattina si vuole tutta la squadra fatta, siamo fuori strada. Se la gente pensa che qualche campione venga a Frosinone per chissà quale diritto divino, non ci siamo. E comunque io sono la garanzia che faremo bene. Non possiamo prescindere dal percorso che dobbiamo fare, chi ci vuole seguire lo farà e che non intende sceglierà un’altra strada. Il nostro calcio deve essere sostenibile dal punto di vista economico-finanziario e sempre più spersonalizzato dalla sorte dell’azionista, servono la valorizzazione del brand e la crescita delle infrastrutture oltre alla crescita del settore giovanile. Questa è la squadra che io propongo. E non la cambio. Senza queste componenti, la Società rischia di non avere più le basi solide che ne hanno caratterizzato il percorso degli ultimi 20 anni”.

Si torna su Di Francesco, le domande sono per lui.

Prendiamo spunto da due frasi dette finora: il Presidente in settimana ha detto che il Frosinone ha bisogno di ripartire e devi farlo anche tu, Angelozzi ha detto che sei da Champions. Sei il primo allenatore del Frosinone in serie A con una storia importante alle spalle. Che tipo di ripartenza è questa? Dopo quella semifinale di Champions con la Roma cosa è successo?

“Ho già parlato fin troppo delle mie colpe, a volte me ne sono date più di quante non ne avessi. Per me questo sarà una sorta di anno zero. Vorrei rilanciare il titolo di un libro: Lasciare il passato nel passato. Come ho detto prima, avevo perso il sorriso. Che debbo ritrovare con tutti voi qui a Frosinone. Ma non dobbiamo avere fretta. Credo nel lavoro e nel campo, con il mio staff, i giocatori e tutto l’ambiente. Ho fatto due allenamenti appena e mi sento di poter dire che qui è bellissimo. Già stare in campo per me è motivo di orgoglio. Ricordo anni fa, il Frosinone lo condannammo alla retrocessione quando eravamo al Sassuolo. Noi andammo in Europa League ma ricordo gli applausi di quella gente ai giocatori del Frosinone. Ecco, credo nei valori e in un certo calcio: mi auguro di ritrovarli qui”.

Il 4-3-3 è il suo modulo, quella sera in Champions contro il Barcellona ha scritto la storia con il 3-5-2…

“I sistemi di gioco sono dei numeri. Non feci il 3-5-2, andammo in campo con un 3-4-1-2. Ma non è detto che non si possa riproporre. Partiremo però con il 4-3-3. Oggi contano i princìpi, l’occupazione degli spazi. Ecco, quello sarà il leit motiv della nostra preparazione. E’ chiaro che poi arriveranno altri giocatori, dovremo fare degli adattamenti, ci vorrà un po’ di tempo ka sono tranquillo e sereno di poter dare a questa squadra ciò che serve per affrontare una stagione così difficile. E poi cercheremo di vincere la nostra Champions League”.

Era questa di Frosinone l’occasione che stava aspettando?

“Ho scelto le persone. Gli uomini, la Società. Che credono nei miei stessi valori. Io a Guido in precedenza non ho mai fatto una telefonata. Appena mi ha chiamato, gli ho detto di venirmi a trovare a casa, ci siamo dati un appuntamento e non abbiamo dovuto dire nulla di più. Oggi siamo qui”.

Si inizia subito con Napoli e Atalanta. Ma la prima cosa che viene in mente è che per lei qui a Frosinone c’è un ballo una sfida meravigliosa e bruciare tre anni di amarezze.

“Non sono stati 3 anni ma 30 partite, alla fine. Ma l esperienze precedenti non le voglio analizzare. Non è Eusebio che deve prendersi una rivincita. Noi siamo il Frosinone. E questo credo che sia il posto giusto per tutti noi. Proveremo a dare filo da torcere a tutti”.

Quali caratteristiche dovranno essere preponderanti? E in questa squadra che ruolo possono avere elementi giovani come i nuovi arrivati?

“Sono contento di avere i giovani, ovviamente abbinati a gente esperta. Non ho assolutamente paura di metterli in campo se valgono. Ma il difetto più grande degli italiani è quello di essere frettolosi. Bisogna dare la possibilità ai giovani di sbagliare. Questo mi ha insegnato il calcio. I giovani vanno aspettati, sono le prime parole che dicono gli allenatori dei settori giovanili. E allora dategli mezzo voto in più. Alla fine tutti leggono i giornali e i social anche se dicono di non farci caso”.

C’è tanta curiosità attorno a Kvernadze. Quanto tempo ci vorrà per farlo diventare un calciatore all’altezza del campionato di serie A?

“Posso portarle dei paragoni? Quando si viene dall’estero ci vuole un po’ di tempo in più. Poi bisogna conoscere le caratteristiche del ragazzo. Non l’ho ancora allenato e ma piano piano posso dire che lo miglioreremo”.

Ci presenta il suo staff?

Lo staff

“Pierluigi Iervese è il mio vice, Massimo Neri è il preparatore atletico e il ‘vecchio’ del gruppo, Stefano Romano è uno dei collaboratori che si occuperà della parte video, Giancarlo Marini ex giocatore della Lazio è un altro collaboratore tecnico (“mio padre è di Frosinone e voleva vedermi con questa maglia”), Catello Senatore è il preparatore dei portieri, Nicola Caccia è un collaboratore-fratello (ex calciatore cresciuto nell’Empoli con Di Francesco), Gianluca Capogna è il preparatore atletico che era già qui, Michele Saccuccci si occuperà del recupero degli infortunati. Ma vi dico che gli staff sono tutti importanti, come lo staff sanitario e i magazzinieri. Tutti portano punti”.

Al direttore Angelozzi chiedo: che tipologia di giovani prenderemo?

“Dove penso potrà esserci un’occasione per il Frosinone. Kvernadze è un ragazzo promettente che bisognerà aspettare. Cuni lo avevamo seguito, ha fatto bene lo scorso anno. Per noi sono delle scommesse che dobbiamo fare in maniera obbligata. Per ovvi motivi. Quando eravamo al Sassuolo, a mister Di Francesco portammo giocatori di serie C, parlo di Politano, Sensi che giocava al San Marino, Lirola, Pellegrini che giocava con la Primavera della Roma e tanti altri. Sono diventati tutti i giocatori che conosciamo. Una mia sintesi? Serve pazienza. E poi bisogna guardare avanti. Si inizia un altro percorso. Lo scorso anno cambiammo 20 giocatori. Però era un campionato più facile, la seriie A è un altro sport. Brescianini? Era ambito da tanti club. Ora c’è una trattativa col Sassuolo per la quale ci sono in ballo Turati, Harroui e Marchizza. Vedremo la prossima settimana. E poi chi viene a Frosinone deve farlo con decisione”.

Interviene con un flash il tecnico: “Al Direttore chiedo sempre: sanno di venire a soffrire? Vengono con la mentalità giusta? E’ la prima cosa, non mi interessano le qualità”.

Al presidente Stirpe: come sta andando la campagna abbonamenti?

“Per la proposta che abbiamo fatto quest’anno che è competitiva rispetto a quella dell’ultima stagione di A, mi riterrò soddisfatto se supereremo 12.000 abbonamenti. A 11.900 non lo sarò”.

Ci può dare indicazioni sui giocatori della passata stagione che sono in rosa?

“Alcuni giocatori li sto valutando. Sono rimasto sorpreso dalla mentalità di quei giocatori che fanno parte del gruppo dello scorso campionato”.

Riprende Angelozzi, sui movimenti di mercato in uscita: “Insigne al 99% andrà al Palermo. Voleva un contratto più lungo. C’era una opportunità e l’ha colta al volo. Per quanto riguarda Ricci, è tornato, ci siamo parlati, ha una opportunità di andare in B con un contratto lungo e gli ho detto di andare tranquillo”.

Mister, lei ha detto due volte di voler ritrovare il sorriso qui a Frosinone e poi ha parlato della soddisfazione di scoprire nuovi talenti e di lavorare per la salvezza.

“Credo possano andare di pari passo: scoprire i talenti e raggiungere l’obiettivo. Attraverso la crescita generale”.

Direttore Angelozzi, la trattativa con Turati come procede?

“Turati è qui con noi, stiamo aspettando l’autorizzazione ad allenarsi. Ci sono delle incombenze da definire ma abbiamo parlato col Sassuolo”.

Mister Di Francesco, quando lei passò dal Sassuolo alla Roma disse: il modulo è corto è libero. Quali saranno le caratteristiche del suo Frosinone? E poi le chiedo: cosa ha fatto in questi due anni?

“Ho visto i nipoti, sono diventato nonno 3 volte e mi sono stati di aiuto. E poi mi sono aggiornato, cercando di rinnovare la mia cultura calcistica. Il calcio va avanti. Il concetto di ‘libero’ è sempre attuale, non dobbiamo aver paura di essere liberi, di avere coraggio. Calcio ‘libero’ perché a mio parere i ragazzi si debbono divertire, dobbiamo dare leggerezza. Dobbiamo togliere ai ragazzi tante responsabilità e prendercele noi”.

Cosa vuole promettere ai tifosi?

“Serietà, impegno, passione e grande umiltà. Questo mi sento di promettere. E’ cambiato il calcio ma noi dobbiamo essere felici di stare tra le gente, tra i nostri tifosi. Il nostro calcio deve essere una gioia, è l’insegnamento principale per i ragazzi. Vi dico solo una cosa: a Natale mi arrivavano 2.000 messaggi, ora un centinaio. Ma fa parte del corso della vita, comunque”.

Chiude con una frase il presidente Stirpe: “Lo scorso anno parlai una volta alla squadra, ad inizio stagione, e dissi: vi dovete divertire e ci dovete far divertire. Si sono divertiti e ci hanno fatto divertire. Ecco, ripeteremo le stesse cose”.

Fonte: Ufficio Stampa Frosinone Calcio

CALCIO – Serie A Tim: Anticipi e posticipi dalla prima alla quarta giornata del Frosinone

FROSINONE – La Lega di Serie A Tim ha ufficializzato anticipi e posticipi dalla 1.a alla 4.a giornata di andata. Queste date e orari delle gare che vedranno impegnato il Frosinone:

1.a giornata – sabato 19 agosto – Frosinone-Napoli alle ore 18.30;

2.a giornata – sabato 26 agosto – Frosinone-Atalanta alle ore 18.30;

3.a giornata – sabato 2 settembre – Udinese-Frosinone alle ore 18.30;

4.a giornata – domenica 17 settembre – Frosinone-Sassuolo alle ore 15.

Fonte: Ufficio Stampa Frosinone Calcio

Calendario Serie A 2023-2024: le date dei Big Match

Il campionato si chiuderà domenica 26 maggio 2024

ROMA – Si è concluso il sorteggio del calendario di Serie A Tim 2023-2024. La prima giornata sarà il 20 agosto, con quattro anticipi il 19. Tra andata e ritorno sono 38 le giornate in programma, che vedranno alternarsi derby e big match. Sono previste 4 soste per dare spazio alla Nazionale (10 settembre, 15 ottobre, 19 novembre e 24 marzo 2024) e solo un turno infrasettimanale il 27 settembre. Nessuno stop per il turno invernale. Il campionato, infine, chiuderà domenica 26 maggio 2024 (il 14 giugno iniziano gli Europei).

LE DATE DEI BIG MATCH

Ecco le date di andata dei ‘big match’.

Terza giornata (3 settembre)
– Roma-Milan
– Napoli-Lazio

Quarta giornata (17 settembre)
– Inter-Milan (derby)
– Juventus-Lazio

Ottava giornata (8 ottobre)
– Juventus-Torino (derby)

Quattordicesima giornata (3 dicembre)
– Napoli-Inter

Quindicesima giornata (10 dicembre)
– Juventus-Napoli.

Diciottesima giornata (30 dicembre)
– Juventus-Roma

Diciannovesima giornata (7 gennaio)

– Roma-Atalanta

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

FROSINONE CALCIO – La conferenza stampa del Presidente Maurizio Stirpe: Venti anni di presidenza Stirpe, storia, geografia, uomini e progetti

FROSINONE – L’ultima conferenza nella sala stampa del ‘Benito Stirpe’ 352 giorni fa, era il 29 giugno 2022. Da quel giorno per il presidente Maurizio Stirpe solo qualche intervento, durante la consegna di un premio a Ferentino nel mese di settembre e quindi alla classica cena di Natale. Ma questo è l’appuntamento clou nel club giallazzurro, che funge da spartiacque tra la stagione che si è conclusa e quella che verrà. La data del 16 giugno per Maurizio Stirpe è anche molto significativa, arriva nel giorno del ventennale della sua presidenza nel Frosinone. E’ giorno più atteso, per tantissimi motivi. E’ il momento in cui il presidente traccia un bilancio di quello generale dei 20 di presidenza, ripercorre le tappe di avvicinamento all’ultimo traguardo e traccia le linee programmatiche della stagione sportiva del Frosinone che, ufficialmente, si aprirà a luglio con l’avvio ufficiale della terza operazione-serie A.

La Guest Area, allestita per l’occasione come sala stampa, è praticamente piena. C’è attesa tra i cronisti, anche e forse soprattutto per l’addio di Fabio Grosso al Frosinone. Ma la sostanza nella relazione introduttiva (a braccio, ndr) del Presidente abbraccia appunti 20 anni di storia giallazzurra.

L’INIZIO DEI 20 ANNI DI PRESIDENZA – “Dopo quasi un anno – apre il massimo dirigente del Frosinone – replico una conferenza stampa su argomenti che riguardano il calcio. Ma è importante partire dai fatti storici secondo una precisa cronologia. Esattamente oggi 16 giugno sono 20 anni che ho assunto la guida del Frosinone Calcio. Bene, direi anche di dividere questo periodo in due fasi ben distinte tra loro. I primi 10 anni sono stati quelli che io definisco della nascita: qui assolutamente non c’era nulla, se non il nome, se non la tradizione e tante chiacchiere. Il primo sopralluogo che feci al Matusa fu impietoso, l’ultima volta c’ero stato da bambino con mio padre: c’era l’erba alta sul terreno di gioco. Ecco, siamo partiti da zero. Abbiamo fatto rapidamente un percorso che ci ha permesso di prendere confidenza con quello che sarebbe stato il concetto di stabilità secondo i nostri princìpi. Siamo arrivati in B molto rapidamente e quello è stato il primo step di un percorso che se non si fosse concretizzato probabilmente sarebbe stato difficile ripeterlo. In serie B rimanemmo 5 stagioni, poi siamo retrocessi e lì idealmente si chiuse la prima fase del Frosinone tra nascita e consolidamento di un percorso di crescita. Ci poteva stare quel passaggio intermedio, visto soprattutto da dove eravamo partiti. Dopo abbiamo iniziato a cambiare filosofia, c’è stato un primo anno di assestamento e quindi abbiamo cominciato a sviluppare dei concetti che ci ritroviamo con noi oggi, sono dei cardini. Siamo ripartiti dal Settore Giovanile, in quegli anni vincemmo lo scudetto Berretti e quello degli Allievi nazionali oltre alla Supercoppa. Promuovemmo per la prima volta un allenatore (Stellone, ndr) che veniva dalla Berretti. Non era così facile, ricordo lo scetticismo. Ma quel percorso si rivelò una intuizione corretta. Perché al termine della stagione 2013-’14 tornammo in serie B e la stagione successiva siamo andati per la prima volta in serie A”.

IL PERCORSO DEGLI ULTIMI DIECI ANNI, FINO AL RISANAMENTO – “Volevo farvi soffermare su questi aspetti: negli ultimi 10 anni abbiamo ottenuto 4 promozioni, 1 finale playoff, 1 semifinale playoff, 2 permanenze in serie B e, di questa, una che culminò con il cambio dell’allenatore da Nesta a Grosso. Se vi ricordate bene – prosegue il presidente Stirpe – noi nel girone d’andata eravamo una squadra che lottava per andare nei playoff, poi ci fu un momento di crisi che culminò con il cambio del tecnico, ci riprendemmo e fummo capaci di arrivare mi sembra noni o decimi. L’anno successivo (stagione 2021-’22) con Grosso abbiamo disputato un ottimo campionato, iniziando a veder vincere giocando bene, una cosa alla quale c’eravamo disabituati. Il primo anno siamo riusciti anche se non proprio al 100% nello scopo anche perché poi non avevamo avuto la continuità che invece c’è stata nell’ultima stagione sportiva. Che rimane come il culmine del percorso di un processo vincente che si è concretizzato con la bontà dei numeri. Ottenere i punti che abbiamo ottenuto, il numero delle vittorie che abbiamo ottenuto, i vari record che abbiamo collezionato, l’autorevolezza che abbiamo mostrato in tutte le fasi del campionato: in pratica non c’è stata nessuna partita nella quale non siamo stati in difficoltà. Onore e merito a chi ha costruito la squadra e a chi l’ha saputa dirigere. Fabio Grosso è stato un grande artefice ed interprete di questo successo. E debbo dire anche dei ragazzi che hanno saputo interpretare il ruolo alla perfezione e ci hanno dato una grande soddisfazione, una grande gioia. Ci hanno regalato un grande momento di orgoglio. La scorsa stagione l’ho detto spesso tante volte: non è importante il risultato, per me è importante il modo in cui si raggiunge il risultato. Questo successo è arrivato mentre la Società stava perseguendo un profondo percorso di risanamento. Il nostro obiettivo (Stirpe lo disse lo scorso 29 giugno 2022 nella conferenza stampa, ndr) era quello di una salvezza comoda per consolidare il processo di riequilibrio economico-finanziario. La promozione è arrivata in maniera inaspettata e ce la teniamo stretta. Ha accelerato il processo di risanamento dei conti e ci mette in una condizione di pianificare più corretta e puntuale di quanto non siamo stati capaci di fare nel passato”.

LE DIFFERENZE CON IL PASSATO E GLI ERRORI DA Non REPLICARE – “In occasione della prima serie A puntammo sui ragazzi che ci avevano consentito di ottenere quel risultato. Fu una presenza dignitosa ed anche sfortunata, con la serie A di quest’anno ad esempio avremmo disputato gli spareggi. Abbiamo fatto un pizzico di esperienza, ricordo la partita persa 4-1 a Verona col Chievo ed avrei tanto da dire su quella gara. Ma non uscimmo con le ossa rotte. Puntammo la stagione successiva alla risalita, l’ultimo anno disputato al Matusa fu molto sfortunato perché disputammo il campionato vincendo il 50% delle partite, perdemmo la semifinale playoff 11 contro 9 dopo aver perso la promozione diretta per un gol. Fu un momento sfortunato e ingeneroso con il Matusa che andava in pensione, che aveva dato tante soddisfazioni ai tifosi e che meritava di chiudere la sua presenza nel mondo professionistico del calcio. Dico grazie a tutti i miei collaboratori, dietro questi successi ci sono tante persone. C’è una macchina che se non funziona bene alla fine ti infila nell’ingranaggio quel granellino di sabbia che fa inceppare il meccanismo e non ti permette di cogliere i risultati voluti. Si chiude una stagione ma anche 10 anni di un processo importante. Il Frosinone si trova in A, in una condizione ottimale dei conti e non farà l’errore della seconda volta nella massima serie. Allora non ritenemmo prioritario e imprescindibile il modo di ottenere i risultati, ci arrivammo senza la possibilità di avere le giuste risorse. Quella stagione, meno dignitosa della precedente nella massima serie, si è trasformata in una stagione difficile dal punto di vista economico-finanziario del Club che poi andò ad unirsi con le difficoltà degli anni del Covid. Sono state stagioni pesanti e per questo dobbiamo trarre spunti per non ripetere quegli errori. Furono situazioni che hanno potuto toccare con mano in modo particolare gli addetti ai lavori, quelli che lo subiscono sulla loro pelle. D’altronde sono sempre le situazioni e i numeri che parlano: il percorso degli ultimi 10 anni racconta che possiamo stare tra i professionisti che conta in maniera dignitosa e quando la capacità e la competenza toccano punti di sublimazione, allora ci possono stare sorprese piacevoli come quella di quest’anno. Si chiude un periodo e se ne apre un altro che spero possa consolidare il percorso di crescita del Frosinone”.

COSI’ E’ ANDATA CON FABIO GROSSO, MA ONORE A LUI – “La sera del 20 maggio quando c’è stata la consegna della cittadinanza onoraria, ho invitato a cena il direttore Guido Angelozzi, il direttore organizzativo Piero Doronzo, un’altra figura importante in questo organigramma meno appariscente ma altrettanto importante, il nostro allenatore e il suo secondo. Per fare un certo ragionamento, perché io lascio sempre liberi i miei collaboratori di decidere, a prescindere dall’esistenza o meno dei contratti e della durata. Con qualcuno dei presenti esistevano appunto contratti, con tecnico e secondo erano a scadenza: a loro ho spiegato quali erano i programmi. E dissi: prendete un momento di tempo, alla fine della prima settimana di giugno mi fate sapere le vostre intenzioni in modo da permettermi di pianificare. A Frosinone deve restare solo chi è convinto di farlo. Il 1 giugno ho chiamato tutte le persone, ricordando loro che il tempo stava per finire. Angelozzi e Doronzo mi hanno risposto prima del tempo, decidendo di proseguire la loro esperienza professionale e di questo ne sono molto soddisfatto. Con Angelozzi, voglio dirlo, iniziai questo percorso 20 anni fa ma per una serie di motivi non c’era mai stata la possibilità di lavorare insieme e poi quando si è verificata mi ha fatto enormemente piacere e i risultati si sono visti. L’allenatore invece non mi ha risposto entro il 9 giugno ma il 14 a sera mi ha inviato un sms molto garbato, nel quale ha ripercorso la bella esperienza che abbiamo avuto ma mi ha comunicato che non se la sentiva più di proseguire. I motivi non me li ha detti, me nemmeno io li ho voluti sapere. In questo rapporto dobbiamo ricordare solo la parte buona e il merito che ha avuto in questi anni, ha saputo trasformare un gruppo di buoni giocatori in un gruppo e in una squadra vincente. Ha fatto quello che nessuno ha mai saputo fare nella vita del Frosinone. Avrà avuto le sue buone ragioni, non le voglio mettere in discussione e non c’è nessun argomento né di polemica e di recriminazione: è il frutto di un percorso che ho iniziato io. I dirigenti hanno assunto una decisione, l’allenatore un’altra e va rispettato. Quello che ha fatto Fabio è stato un grandissimo lavoro, onore e merito a lui. Ci ha fatto arrivare prima ad un risultato che avevamo pianificato magari tra un anno. Senza polemica alcuna. Si volta pagina. Si poteva dire prima? E’ stato detto, l’importante averlo detto e non cambia niente”.

IL NUOVO ALLENATORE PER UN CALCIO SEMPRE PROPOSITIVO – “Prima dell’avvio della stagione sportiva avremo il nuovo allenatore. Il profilo? Deve aiutarci a completare questo tipo di percorso. Mi piacerebbe continuare a giocare un calcio propositivo, anche se la serie A è chiaramente diversa dalla B. Mi piace un tecnico in grado di darci quel quid che servirà per competere ad un obiettivo tagliato su misura per noi. Speriamo di essere in grado di ottenere un obiettivo migliore delle precedenti due stagioni di serie A. Noi dobbiamo ripartire da un concetto: divertire e far divertire. Non dobbiamo avere nessun assillo, nessuna fretta. Delle idee le avevamo già per quanto riguarda l’intelaiatura della squadra. Ci confronteremo col nuovo tecnico. Ma non è importante avere la squadra il primo giorno ma dalla prima gara di campionato. E tutto questo si raggiunte secondo un percorso e tempi giusti.

SEMPRE BARRA A DRITTA E TOTALE ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ – “Gli obiettivi di questa stagione? Non può che essere quello di mantenere la categoria. Penso che prima ci sia quello di vivere questa stagione con grande dignità, facendo parlare di noi. Se saremo stati capaci di poter mettere insieme un progetto di sostenibilità economica-finanziaria e dal quale io non derogherò assumendomene tutte le responsabilità nell’ambito della cornice delle risorse, ne rispondo io. Aggiungo che noi possiamo cullare tante più ambizioni di quanto saremo in grado di saper mettere in campo risorse aggiuntive. Il massimo sforzo che compirà la mia famiglia sarà quello di potenziare e migliorare le infrastrutture su tutto il territorio provinciale.  La Proprietà investirà solo per le infrastrutture, la riteniamo una condizione prodromica che ci permetterà di restare tra i professionisti con le gambe nostre e non dipendere dalle sorti dell’Azionista. L’Azionista è la condizione necessaria per un Club ma non è sufficiente. Noi abbiamo l’esempio dell’Empoli, un modello di riferimento: una città che ha una dimensione come Frosinone, che ha bravissimi dirigenti, che ha un Settore Giovanile di prim’ordine e che punta tutto sulla capacità e competenza dei manager. Possiamo ambire ad avere un ruolo di questo genere. Però siamo ancora indietro nel discorso delle infrastrutture. Se non ti salvi, non deve essere un dramma né dal punto di vista economico-finanziario e sportivo. Ci sono stati esempi di Società che hanno fatto il doppio e triplo salto indietro ed altre non si sono proprio iscritte. Quello è un fallimento. Il fallimento a mio modo di pensare sarebbe solo quello di non saper garantire il futuro, dobbiamo avere ben chiari in mente cosa significa fallimento. Nel 2019 siamo andati molto vicino a quella situazione, facemmo degli errori di pianificazione determinati dalla voglia di restare in A a tutti i costi. Che non rifaremo. Se non ci salveremo la responsabilità sarà tutta la mia, se ci salveremo sarà di dirigenti, tecnici e giocatori. Tutto nell’ambito di questo progetto. Quando valuterete dirigenti, tecnici e giocatori abbiate a mente chiari questi concetti. Se abbiamo indossato un abito vuol dire che non potevamo permetterci di indossarne un altro”.

CRESCITA DELLE COMPETENZE A TUTTI I LIVELLI – “In coerenza con quanto ho detto, per ampliare la fase dei ricavi che poi è la condizione necessaria per poter pensare di competere in un mondo nel quale le risorse finanziarie di investitori esterni sono sempre più al primo posto, bisognerà inventarsi una terza via. Tra poco infatti diventerà una missione impossibile stare in questo ambiente ad un certo livello perché le risorse che immettono questi investitori finanziari allargano il ‘gap’ con quella idea di ‘provincialità’. Oggi è sempre più difficile, tutto è più costoso. Sarà necessario quindi ricorrere alla famosa terza via: far emergere le competenze e soprattutto la scoperta e la formazione di giovani leve. Parallelamente a questo obiettivo dal punto di vista sportivo, vogliamo allargare le nostre basi: l’Area del marketing potenziata, l’Area della comunicazione anch’essa potenziata. Tutto quello che ruota attorno alla valorizzazione del marchio è stato implementato”.

INFRASTRUTTURE ALLO STADIO –  “A tutto questo vogliamo aggiungere il discorso delle infrastrutture. Il mio progetto: la prima ambizione è quella di completare tutto quello che possiamo fare dentro lo Stadio ed avverrà entro la fine del mese di luglio. Una sala stampa più grande che può essere trasformata anche in sala convegni per eventi, che nascerà sotto il Back Stage e che potrà essere messa in comunicazione con un ascensore. E’ stata rifatta la Sala per le interviste e la mixed zone, rimane inalterata la zona-lavoro, è stata spostata l’Infermeria che assume una posizione più centrale ed infine è stata creata anche una Sala di accoglienza per la dirigenza ospite. Tutto questo è stato progettato per potenziare gli uffici, ci sarà un lavoro di razionalizzazione e per questo abbiamo completato il processo di inglobamento di Area Tecnica e Area Marketing allo stadio. Rimangono in piedi relativamente allo Stadio due progetti: la strada dei tifosi e poi il Frosinone Village. Ci sono delle novità sulla strada: esisteva un progetto, bocciato di recente dal Consiglio di stato. Questo progetto sta per essere riproposto dal Comune, sarà una strada fruibile solo per le manifestazioni sportive ma questo ci consentirà (la disponibilità sarà del Frosinone Calcio, ndr) di risolvere il problema. Avremo parallelamente la possibilità di lavorare sull’ultimo progetto che insiste nell’area accanto alla rotatoria adiacente allo Stadio (alle spalle della Tribuna Est). Ci piacerebbe realizzare spogliatoi e docce per chi corre, poi un Centro di fisioterapia fruibile per tutti, fare un’area per gli e-games che ‘abbracciano’ l’interesse dei giovani. E poi lasciare un ulteriore spazio a chi avrà intenzione di usufruire del Village, un’area che guarda all’esterno. E quindi se la strada rimanesse aperta durante le gare, non vi sarebbe alcuna interferenza con l’attività del Village. Questo in definitiva è il disegno di come verrebbe a concludersi la vicenda infrastrutture dello Stadio”.

FERENTINO, FIUGGI E IL RITORNO A FROSINONE DELLA PRIMA SQUADRA – “Un’altra ambizione è quella di riportare la prima squadra ad allenarsi a Frosinone, vicino allo stadio, in una struttura autonoma con due campi in erba, una palestra, spogliatoi e dotata di tutte le funzionalità tecniche. L’ex Mtc? L’avete detto voi. Ci piacerebbe riportare in Città sia l’Accademia, la Scuola Calcio e le squadre giovanili ad eccezione della Primavera. Ma non facendo così nuove, noi non facciamo altro che rigenerare strutture che sono abbandonate, bisogna solo avere la possibilità di averle in dotazione per riportarle ad una condizione di fruibilità. Non c’è nessun impedimento, la cosa è fattibile. Per quanto riguarda il Centro sportivo di Ferentino e ringrazio il sindaco Fiorletta che ci permette di fare un lavoro di upgrade. In pratica ci è stata concessa la possibilità di aggiungere una struttura in legno dove andremo a mettere una palestra, gli uffici per l’allenatore ed una palestra per la squadra dando un decoro maggiore. A regime vogliamo tenere a Ferentino la Primavera e la squadra femminile. Fiuggi invece vorremmo farlo diventare un Centro attrezzato per i ritiri. Quest’anno verrà anche la Salernitana in ritiro, ad esempio. Se avessimo avuto tre campi saremmo riusciti a portare 3 squadre. Le potenzialità ci sono. Il Capo I Prati ha le condizioni per poter sostenere cambiamenti, non viene abbandonato il progetto ma solo rimodulato. Si parte dal calcio e poi man mano che si creano le possibilità si fa uno step di avanzamento successivo. I tempi: tutto quello che vi ho detto in un anno, per il Village servirà un anno di più e forse per il completamento tra i 12 e 18 mesi se ci saranno le risorse adeguate”.

SETTORE GIOVANILE, ABBONAMENTI, SPONSOR –  “Ed eccoci al Settore Giovanile. L’Accademia sarà gestita da Luigi Lunghi che ringrazio per tutto il lavoro che ha fatto. Noi non abbiamo le strutture per poterle gestire ma dobbiamo avere la possibilità di poter avere con noi l’Accademia e il Settore giovanile entro un anno. Spero che questo sia l’ultimo anno nel quale ci appoggeremo a lui per questa gestione. Quello che mi aspetto invece dall’ambiente: io voglio far partire la campagna abbonamenti dopo la mia conferenza stampa anche se siamo pronti dal 5 giugno scorso. Perché questa decisione? Perché voglio che la gente ascolti. Voglio che la gente possa capire tutto del Frosinone. Penso che le cose funzionano quando la gente può scegliere. Il 19 giugno ci sarà la conferenza stampa per gli abbonamenti. Cosa mi aspetto? Voglio essere ambizioso: che lo stadio sia pieno, ce lo meritiamo. Voglio battere l’ultimo record della serie A precedente. Penso che al di là dell’apporto finanziario da parte dei tifosi che non ti cambia le cose, lo ritengo un segnale di vicinanza ed affetto. Perché se uno entra nel calcio per guadagnare, deve guardarsi allo specchio e interrogarsi: forse hai sbagliato settore e giornata. Dai tifosi mi aspetto invece una grande risposta, non alla serie A ma al percorso compiuto verso questa serie A negli ultimi 20 anni. E mi aspetto un segnale di grande vicinanza da parte degli sponsor. Il Frosinone non è roba mia, noi siamo solo degli amministratori pro-tempore. Il Frosinone è di tutta la provincia, della Città, è vostro e per questo ha bisogno di un lavoro di fiancheggiamento per farlo continuare a crescere”.

Fonte: Ufficio Stampa Frosinone Calcio